domenica, agosto 20, 2006

davvero e dal vero


E arrampicata su mille alberi del mondo
saliresti anche tu a gridare
un completo autodafè che ti abitua a spalancare gli occhi
a vedere, a vedere leggera le soglie che pulsano di vita
tra la pelle di quello sguardo su di me
che indaga di più di quello che tradisce il corpo

lo stesso imparo ad apprendere a sopravvivere
ai buchi di cose a cui non so dare nome
a quei sentimenti che mi appaiono già dentro bell' e fatti
che sopporto a volte e a volte sostengo

un incessante blu mi attraversa sfacciato
inquietante, mi parla di perfezione
a cui finora non ho mai creduto

E mi dico: dove sei tu veramente?
dove abiti, dove vivi, da dove vieni, insomma...
l'ho imparato a dire in mille modi
ma chi lo sa davvero da dove...
so solo che voglio sapere
come si fa a cavalcare le onde in leggerezza
come si fa a tornare
come
ma soprattutto perché
tornare
sempre in questo planare
e di rapace e di avvoltoio?

le parole secche e dure imitano maldestramente
quegli arbusti sul bordo delle dune
apprezzo le mie volute,
le inclinazioni barocche del mio sguardo,
le conchiglie aggrovigliate
che si impigliano nei capelli...
come un collezionista di sensi
come falena vistosa
do alla geografia del cuore nuovi spazi da abitare
a trame di eco unisco orditi di sogni,
un intenso crepuscolo che abitua subito alla notte
la notte oscura dell'anima
dove ho tracciato per terra segni fuoco
dove sull'impronta di me ho imparato a sostare

Uno non teme per sempre il ritorno

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