venerdì, settembre 08, 2006

Ti gridavo: sono disperso

"Statemi a sentire ancora... Ancora un po'più a fondo. Tutti gli oggetti
visibili, caro mio, non sono che maschere di cartapesta. Ma in ogni
evento... In quello che succede, nell'azione vera e propria... Si rivela
qualcosa di sconosciuto, ma di razionale, che mostra il suo volto da dietro
la maschera priva di razionalità.
Se l'uomo vuole colpire, deve colpire la maschera!
Come può un prigioniero raggiungere l'esterno se non trapassando
il muro? Per me, la Balena Bianca è quel muro, che mi è stato spinto
accanto. A volte penso che oltre di esso non vi sia nulla.
Ma non basta. Mi mette alla prova, mi incombe addosso,
ci vedo una forza che è un oltraggio, e che agisce in base a una malizia imperscrutabile.
E' questa cosa imperscrutabile che io odio, soprattutto.
E che la Balena Bianca sia il mandatario, o che sia il mandante,
questo odio glielo rovescerò addosso.
Non parlatemi di atteggiamento blasfemo, caro mio; colpirei il sole, se mi insultasse. Perchè se il sole potesse farlo, io potrei ben colpirlo; giacchè c'è sempre un principio di lealtà nel gioco, e la rivalità presiede su tutta la vita del creato.
Ma nemmeno quel principio di lealtà è il mio padrone, uomo.

Chi c'è sopra di me?"

(dal discorso di Achab all'equipaggio del Pequod
tratto da "Moby Dick" di Herman Melville)

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