Uomo
lasciami le tue orme,
tambureggianti risa,
polvere luminosa del plenilunio
dita e sangue, arterie e palpebre sbarrate
l'arrossire dell'alba nei boschi di carpini
le pieghe sottili dell'anima intessute di membrane
uomo costringimi a colpirti
col mio bacino, con le mie pelvi di madreperla
per inondare le tele di sterpi, per raccoglierti più oltre
colato come un siero
i denti gialli della pittura,
gli affreschi mistici, l'estate ridondante
e le dolcezze,
e le maestrie
costringimi così ad afferrarti, affranto della tua nudità
ma, Dio, così meravigliosamente crocifisso
a berti il seme dal costato,
giunto a esalare
la pietà definitiva, il mio acume, il mio scettro
riempimi i minuti come brocche troppo colme
che rovescino ambrosie
sopra rami di ferro
uomo, amami,
amami di un grido, di un grido ultimo
strappami la tua voce sgocciolandola tra le lenzuola
dell'anima...
3 commenti:
si avvicina e piú grande diventa nell'oscuritá...
si allontana e più piccola diventa nella luce...
Uomo
L'alba fu leggera
Nel tuo cuore la gioia più pura
Coi ricordi più antichi tornò.
(Cocciante!)
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